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L’ora dello strazio
Tempo, tempo, ridicolo incantamento.
Dov’è finito l’orologio
che separava l’ora dallo strazio
la tossicodipendenza, lo sfizio, lo sfarzo?
Dov’è finito l’orologio
che accampava un vino dolce
agli angoli dello sguardo,
su un sagrato di piena fede?
Vedili come credi,
credili come vedi
i corpi estranei all’etere
molto prima della luce.
Ma prima della voce è il canto
e molto prima della vita
sogni in caduta libera.
Che esista il giorno
è già un fatto che ci turba
come farfalle in due parti
quattro ali, quattro zampe,
quattro di tutto, quattro giorni
prima di morire.
Quando s’alza l’ora
è tempo di coricarsi
con questo impossibile
e perciò grande amore.
Aveva un regalo per una stella
la morte di settembre.
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