L’ora dello strazio
Tempo, tempo, ridicolo incantamento.
Dov’è finito l’orologio
che separava l’ora dallo strazio
la tossicodipendenza, lo sfizio, lo sfarzo?
Dov’è finito l’orologio
che accampava un vino dolce
agli angoli dello sguardo,
su un sagrato di piena fede?
Vedili come credi,
credili come vedi
i corpi estranei all’etere
molto prima della luce.
Ma prima della voce è il canto
e molto prima della vita
sogni in caduta libera.
Che esista il giorno
è già un fatto che ci turba
come farfalle in due parti
quattro ali, quattro zampe,
quattro di tutto, quattro giorni
prima di morire.
Quando s’alza l’ora
è tempo di coricarsi
con questo impossibile
e perciò grande amore.
Aveva un regalo per una stella
la morte di settembre.
Fragole d’allegria
1
Un desiderio da piccolo
di colore rosso.
Un vicolo
fra i primi ciechi.
Immagini fra le meglio dieci
cose che ha inventato il mondo,
una scusa per far finta di vivere
2
Fiale di febbre su un tappeto
di velluto grigio.
Sia fatto salvo il vero
In modo che sia questo,
almeno poco, più
del nulla in cui s'annega.
3
Come in un canto, dormo nel mio letto;
sonnecchio - o son desto.
Oltre la porta, l'oltretomba
Che strascica prevedibili lodi
amori, porti, approdi.
4
Una tastiera batte,
un monitor fulmina lo sguardo
e le note erompono.
Non altro
capriccio schianta il ramo,
nessuna cancrena tranne
il poco rosicchiare di termiti.
5
Non credo al mare d'ogni giorno,
alla città vuota di notte
alla devastazione della linea
del telefono.
Che dormire
sia una dolce compagnia
non è per quella fede
che ha le stesse qualità delle fragole.
6
Risa a singhiozzo
da una innumerabile distanza.
Fogli staccati da libri
non letti e domani
perduti.
Nessun contatto
oltre il suono
della carta che sfilaccia, accartoccia.
Nessun altro il suono della memoria.
7
Cinque dita
non fanno la mano:
c'è il palmo, il dorso,
le linee del destino.
8
Il sunto della sera
conosciamo prima
che il grappolo d’uva sia spremuto
e non v‘è vergogna più intensa,
vino più nero del filo
ch’entra nella perla.
9
Né sorge né tramonta, ma commuove
l’abuso dello spazio.
Il rigore
imparabile fu parato.
Alle prove del tempo
il futuro è un credito da riscuotere.
10
La tecnologia divampa
in questa stanza immonda, ingombra
d’uomini e topi e cavi.
Dall’altra parte del video un mondo
risponde:
“Kathy & the Nine Family”
parole, immagini e un volto che suona.
Ma a pochi passi un silenzio
non altro il senso
dello spettacolare evento.
11
Nessuno sente la mancanza
del momento peggiore.
Una voce al telefono o poco meno
traccia analogie d’ombre e luci.
E’ passato il treno
ma il vento continua
a sbattere le imposte.
12
Pezzo per pezzo - col tempo -
crolla ogni casa
in compagnia dell’unico evento
non atmosferico.
Altri non riguarda che la formica
trasportata dal rigagnolo, annegata
e finita nella fogna.
Una crosta di rogna
non basta per morire,
neppure se stagna nell’aria
la morte indefinibile
di settembre.
13
Adesso è tardi per tutto
e c’è chi resta qui,
in una solitudine insopprimibile.
Avanza felpato il sonno
senza sogni - dei morti.
La vena rallenta appena
un rantolo di dormiveglia
se travi affumicate
già incidono il ricordo.
14
Segnali di fumo diretti
a un’altra spiaggia, incerti
se vivere o morire nel tentativo
di scordare lo strumento.
Lo scarafaggio annaspa e - se può -
si sotterra al sottotetto.
15
Troncati i piloni dei ponti
rimasugli e punte di cemento,
cielo, macerie.
Ora sarà difficile
passare da una sponda all’altra,
tracciare con lo sguardo il Rubicone
e trarre un altro dado.
Un limite è la resistenza
del catrame.
Non resta che tentare
l’arcobaleno.
Oggi è morto, domani
risorgeremo.
16
L’abbiamo fatto bene
questo mestiere di vivere
sotto uno stesso tetto.
Ma non abbiamo altro nido
che le nostre ali
e un’invasione d’ombre
sulle luci al neon.
A nulla valsero le tenebre
per la fuga di un insetto.
A che temperatura sfoglia
A che temperatura sfoglia
l’ombra della rosa
tu non sai.
Mai troverai cosa
delicata come un uomo.
Eppure il vomere alla terra
dice parole, verbi che sono
dolore o altra serra,
rabbia, guerra.
Così come da un soppalco
sappi che sono allergico
al borotalco.
Introduce un turbamento
Introduce un turbamento
di labbra serrate e stile
il momento
in cui occhi s'incontrano e vile
sembra essere umano.
Montano orgogli
per la strada in cui salpiamo
così perdiamo amori,
appigli, approdi
strane sorti di dolore
Come abbinare tremito e birra
Come una nave madre al centrocampo
che trasporta incenso, mirra
e qualcosa uguale al lampo:
l’ombra.
Stanze interne d’ominidi
su Mercurio,
il falso giuro
d’esseri altrimenti timidi.
Bere in cortile
tremito di birra!:
ogni notte aquiloni,
annacquati acquazzoni
come bere il tremito e la birra.
Incontro con Margherita
Un incontro alla Margherita
per scoprire la vecchiezza.
Fra dita che strinsero baci
e brezza di copertoni.
E’ quasi perduta la memoria
di un vecchio amore.
La solita storia
Dopo i trenta il tempo accelera,
si lancia, velocizza, vortica.
Il tempo, sì, questa cosa che scortica.
Terra
Da questo chicco di sabbia partiamo,
partiamo con rabbia – che si sappia!
da quale importanza dipenda,
a che amo ci s’attanaglia.
Si prenda la strada del cielo,
s’indossi la maglia di lana – e partiamo!
verso colonne d’immagini e cori.
E lungo questa via
ciò che sembra buio
sono miriadi di soli.
Il Telefante
Sette corvi neri
difficilmente seri
dalla punta dei piedi al prato.
Tornano a lato
deserti agli angoli del porto
e vento d’ombra sulla cattedrale
indovina il Telefante.
Un vecchio bimbetto
trasforma folletti in ranocchi.
Fiaccola fortunata la pietra,
figlia di profezia.
Fuoco che dice uomo,
ciambelle col buco,
pozza o fossa:
l’ultima soluzione grossa.
Caron dimonio
Naviga il diavolo
lasciato fare per sempre
con occhi di pazzo
che si fanno avanti
sul letto.
Non vi dirò
cosa stava accadendo fra loro
ma niente esclamazioni,
niente risentimenti.
Dita di significato
senza memoria
dove siede beante
un ombelico fra due metà.
Non ci sarebbe tempo
Non ci sarebbe tempo
se non ritagliando l’universo
ad anse e spirali
come curve di golfo.
La morte brucia l’orso
e la rabbia l ‘animale
che per sola difesa ha il morso.
Ratione Coatta
Strappi di sere
a enumerare l’invisibile.
Una ragione coatta d’aria
uccide l’anarchico ennesimo[1]
e una razione di cielo e nero
ci resta
per annegare il chiarore.
[1] Edoardo Massari detto Baleno, suicida (così dicono: ma così non dissero anche di Pinelli?) nel carcere di Torino. La sua morte scatenò una grande dimostrazione dei centri sociali nel corso della quale vi fu qualche leggero scontro fra i manifestanti, la polizia e la popolazione. Fu picchiato un giornalista. Fra gli episodi ricordo con piacere la conferenza stampa convocata dai giovani: essi si misero dietro al tavolo e lo apparecchiarono con vari pezzi di carne cruda. L'iconismo e il senso del gesto è evidente, di una potenza espressiva che s'incontra di rado - nei borghesi quasi mai!
Strage d’Algeria[1]
A spasso conduce la mania
stretta a un guinzaglio di ghisa
nella notte africana.
Passi e grida
il ricettacolo dei poveri
in Algeria.
[1] Ho un amico algerino e non posso fare a meno di pensare a lui, alla sua famiglia ogni volta che il telegiornale annuncia l'ennesimo episodio di sangue e strage in quel paese ancora alle prese con la guerra santa. Ma naturalmente, è anche una citazione di Vittorio Sereni "Diario d'Algeria".
Alcuni
Quietarono la nebbia
e alcuni vennero, svegliandosi,
sulla sabbia gelosa
mossa da venti verdi.
Occhi di strega chiusi a primavera.
Il mago Apollo ghigna
con il fratello Marte.
E alcuni piangono - ma non tutti.
In morte di Paul Celan
Nel perpetrare l’esistenza
la luce ha crampi
di cenere.
Fa un’ombra errata
la dimenticanza,
un’ombra di morti
e suicidi.
Vedremo un giorno un compagno
al ponte Mirabeau,[1]
alla chiusa più a valle
dove cadde una lacrima
di stelle.
[1] Paul Celan si gettò dal ponte Mirabeu di Parigi (già citato in una nota poesia di Apollinaire da "Alcool") il 20 aprile 1970. Il suo cadavere fu rinvenuto da un pescatore ad una chiusa del fiume ai primi di maggio. Fu sepolto il 12 maggio 1970 nel cimitero di Thias.
Cambio di tunnel
Il finto amore, signori,
non rientrava in vostra dimensione.
Infiammava qualunque riconciliazione,
erano incomprensibili tesori
che dico di sapere:
una sequenza di teste
di fans, pendagli in rima
Prima di abbagliare quelle di adesso
noi della vecchia guardia
grazie al coraggio del sesso
abbiamo passato sasso in spalle
tutto il possibile.
Ridi se la tua vita non entra
nel verosimile
Apache
Apache, scarpe basse:
mocassini, non Moicani!
Prima rotta:
piazzare trappole avanti.
Seconda botta:
impronte d’amanti.
Terzo destino:
salvezza.
Quarto di primo:
prematura ebbrezza.
Quinta deduzione:
rottami.
Sesta stretta:
festeggiamento di mani.
Settimo successo:
lucida scala.
Ottavo cesso:
mina arrugginita.
Nono punto:
enorme sala
Decimo lutto:
finita.